Studio 15_Modulazione C-Am_4/4

Provo a scrivere una modulazione per questa chitarra un po' buffa
quando propone campioni di strisciate dei polpastrelli sulle corde.
Che comunque alla fine restituisce un risultato soddisfacente.
Ovvero se tornassi a suonare la chitarra questo sarebbe un giro che suonerei volentieri.

Le prime 2 batt sono sicuramente nella tonalità di C.
Alla 3 batt il C per me deve essere #
anche se la logica suggerirebbe un Am al posto del A che viene a determinarsi.

Forse anche in questo caso sento il richiamo della progressione V- IV -I
che si sviluppa nelle 4 semifrasi del periodo.
Comunque è il mio orecchio ad impormi quel #, non so ancora spiegarlo ma ne stò indagando le ragioni.
Nelle batt 5 e 6 forse è esagerato l'utilizzo dell' accordo diminuito;
so che è un accordo abbastanza chiaccherato
e da molti considerata una panacea universale ma spesso insoddisfacente.
Però questo accordo mi affascina, anche se non so ancora utilizzarlo.
Per ora provo a indovinarne le implicazione.
E questo in generale potrebbe rivelarsi un buon procedimento.
L'8 batt finisce in Cm che è una risoluzione possibile dell'accordo diminuito che lo precede.
Anche qui l'orecchio ha avuto la meglio sul C, meno inaspettato e attraente



 

Il Fagotto al secondo rigo (sotto) entra con una semifrase che viene variata nelle tre semifrasi successive
Mi sembra buono.

Il flauto disegna una frase quasi complementare a quella del fagotto, con una tecnica di sviluppo simile.
E completa dove necessario l'armonia.
Questo studio che mi ha soddisfatto e divertito si è meritata una codetta finale
che chiude questa forma molto primitiva e descrivibile come A, A1(fagotto) , A2 (flauto), codetta.


Studio 16_Modulazione C-Am_3/4

Lo stesso giro in tempo ternario. Un esperimento interessante.
E mi sembra che anche l'impasto timbrico funzioni.

Chitarra basso, chitarra

 

Basso, fagotto, chitarra.

Il motivo della melodia del fagotto è un semplice intervallo di terza
che si ripete sui diversi gradi dell'armonia dello studio.
Credo che quando l'armonia è complessa
sia più equilibrato sviluppare la melodia
in modo semplice e orecchiabile.
Questo accorgimento vale anche invertendo i fattori,
e suggerisce melodie complesse e articolate su armonie semplici.

Questo equilibrio potrebbe essere uno strumento efficace a ridurre le difficoltà di un primo ascolto,
che non è mai completamente compiaciuto
perchè teso a penetrare la trama della costruzione,
in cerca di conferme a previsioni d'ascolto che diano l'orientamento,
ma che se vengono sempre soddisfatte porteranno fatalmente alla noia e alla disattenzione.
A me come ascoltatore capita così.


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