Lipsia. Ottobre 1905
L'idea di separare lo studio del contrappunto da quello dell'armonia
è, a mio parere, piuttosto discutibile poichè i due sistemi organizzativi
mantengono da sempre rapporti di cooperazione e reciproca influenza.
Questa separazione nasce forse per affermare l'autonomia del contrappunto polifonico,
che combina diverse melodie organizzate in senso orizzontale,
e non più verticale come nell'architettura armonica.
Il contrappunto polifonico per un certo periodo si è organizzato
come sistema compositivo autonomo.
Il modello di questo stile, riconducibile alla musica Fiamminga,
è riconosciuto nei corali di Palestrina
e si presenta come musica vocale (di solito quattro voci),
a cappella
(cioè senza accompagnamento) e di carattere religioso.
L'altra concezione compositiva vede il contrappunto scaturire dall'armonia,
che offre alla voci una struttura più solida
e una giustificazione alle diverse licenze che quella nuova organizzazione introduce.
Conosciuto come contrappunto armonico, ha trovato il J.S. Bach il suo più alto rappresentante.
Un piano di studi completo non dovrebbe prescindere da tutti gli stili che il contrappunto ha sviluppato,
ma non intendo seppellirmi in uno studio filologico severo.
Il mio approccio al contrappunto sarà pratico, quindi tonale e non modale.
seguendo la sensibilità generale che divide il sistema in due modi,
il modo maggiore e il modo minore,
cioè lo Ionio e l'Eolio degli antichi modi ecclesiastici.
Il mio obiettivo è scrivere con la tecnica del contrappunto nei due modi moderni,
imparare la tecnica dell'imitazione e della fuga.
e verificare se questa diversa concezione architettonica possa davvero elevare
ad un superiore livello di coscienza musicale, come dicono.
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Iniziare significa stabilire un principio,
e il buon Kretzschmar indica questo principio
nel Gradus ad Parnassum di J.J. Fux.
Hydn, Mozart, Beethoven hanno studiato il contrappunto su questo manuale che ha quasi duecento anni.
Manuale che naturalmente mi sono già procurato, insieme al
Trattato di Contrappunto e Fuga di T. Dubois, che dovrebbe presentare la versione francese più moderna e aggiornata della materia, visto che è uscito solo 3 anni fa.
Quando è stato pubblicato
anche il trattato di fuga di A. Gedalge,
che ho ordinato in libreria e arriverà tra due settimane
(anche se ci vorrà molto più tempo
prima di affrontare una fuga).
E per finire, Kretzschmar mi ha procurato e mi raccomanda
gli scritti di Max Salzer e Erik Schachter,
due grandi pensatori tedeschi
suoi colleghi che purtoppo
ci stanno lasciando per gli Stati Uniti
e di cui il maestro ha incondizionata stima.
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Queste saranno le mie fonti, a cui aggiungerò idee e suggerimenti
che mi arrivano attraverso la fitta corrispondenza che intrattengo con Schönberg,
da quando il maetro ci ha presentati.
E dopo le fonti il metodo.
Quasi tutti i manuali che seguirono il Gradus ad Parnassum,
si rifanno alla sua organizzazione didattica,
che ordina il materiale per grado di difficoltà
e lo divide in cinque specie.
Seguirò questo metodo studiando ogni specie con
due e tre voci, prima di passare alla successiva.
Si discosta piuttosto dal metodo di Fux,
che prevede prima lo studio di ogni specie con due voci, poi con tre, poi con quattro.
Ma mi sembra più veloce e funzionale.
Comunque prima di iniziare sarà bene definire le regole comuni a tutte le cinque specie,
le regole alle quali mi atterrò nello svolgimento degli studi, che Kretzschmar chiama realizzazioni. |